| La cava Rossetti prende il nome dal vicino mobilificio Rossetti, a due passi dal fiume Tevere lungo la Via Salaria, a pochi chilometri dalla capitale.
Negli anni 2000 la cava Rossetti era una delle cave più belle e selvaggie che potevamo avere sul nostro territorio. Due sole sponde accessibili e decisamente ristrette. Habitat perfetto per le carpe, che vi crescevano fino a pesi importanti e soprattutto, nel silenzio e nella quiete di una Cava conosciuta ai pochi.
L'invaso, che non può essere considerato di grandi dimensioni, è sempre stato ricco di tutte le specie ittiche più divertenti da pescare, dai vari predatori "lucci e black bass" ai carassi e cavedani.
Purtroppo il business ha rovinato anche questa meraviglia, e la privatizzazione e la trasformazione da cava libera a laghetto sportivo, sono riusciti a devastare questo splendido luogo di culto tra i carpisti romani, con la conseguente rimozione di tutte le sponde su cui splendidi salici e alberi riversavano rami morti e radici verso le acque. Tutto questo per fare spazio massimo ai pescatori e massimizzare i guadagni.
In origine questa cava offriva al massimo 3-4 spot di pesca in contemporanea, mentre ora può ospitare anche 30 postazioni di pesca.
Il lago, ovviamente, per fruttare al massimo, è stato colmato di trote e di pesci per la pesca al colpo, peggiorando la qualità delle acque. Il lago è stato anche popolato con esemplari di "baffone" provenienti da acque esterne, e con l'acquisto delle carpe della limitrofa Cava del Grillo, che il sottoscritto insieme ad Aurelio Copparoni ha gestito, sistemato, protetto, per parecchi anni, prima i vederla smontata e svuotata dai pesci, venduti dal proprietario della cava al lago Rossetti.
Che dire... a vederla oggi, non viene più voglia di pescarvi come una volta, quando la tranquillità delle sponde ricche di vegetazione, e la possibilità di godere del rapporto a tu per tu con la natura, facevano venire il sorriso in bocca al pensiero di un week end a pesca alla cava di Rossetti.
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